giovedì 16 aprile 2015

PARLIAMO DI BULLI



































LAVORIAMO SUL LINGUAGGIO
Il bullo fa male, picchia, aggredisce. Da queste situazioni concrete arriviamo facilmente all'idea della violenza.
Il bullo scrive sui muri, rompe i vetri, danneggia le cose. Qui, per loro, è davvero difficile arrivare al termine vandalismo e dunque la parola la suggerisco io, dando anche qualche ragguaglio storico, che per ora andrà perso.
Ma la parola mi serviva, perché, per il bullo dice le parolacce, mi era utile dire che anche la terza parola che cerchiamo ha la stessa lettera iniziale. il suggerimento non cade nel vuoto e qualcuno arriva alla volgarità.
UTILIZZO DELLE FAVOLE
Il bullo fa i dispetti, fa paura, minaccia. Come dirlo con una parola? E' il momento di raccontare la favola del lupo e l'agnello. 

















Alla fine sono in molti a concludere che il lupo è prepotente e che questa è anche una caratteristica del bullo.
Si avvicina l'ora dell'intervallo e la bidella porta la merenda di oggi, gelati.
Prodromi di tumulto. Intervengo dicendo che anzi, la calma va mantenuta più del solito, giacché un eventuale ritardo dell'inizio dell'intervallo provocherebbe l'irrimediabile scioglimento dei gelati.
A questo punto, immancabilmente, c'è sempre qualcuno che dichiara: tanto a me il gelato non mi piace (la ripetizione del pronome personale, in questi casi, non è un errore, ma un sintomo). Avviso dunque la classe che proprio da quella frase ripartiremo, dopo l'intervallo.

















Dopo l'intervallo racconto una versione abbreviata e corretta della fiaba Il gigante egoista di Oscar Wilde.
Al termine definiamo l'egoista come una persona che pensa solo a sé e non anche agli altri.
Stabiliamo che è un aggettivo che ben si adatta al bullo, ma anche a quello a cui, tanto, il gelato non piace.


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