martedì 24 marzo 2015

LA SECONDA OCCASIONE


Le ragazzine che hanno tormentato la compagna handicappata, per poi - seguendo un rituale consolidato - pubblicare il filmato su youtube, subiranno sanzioni disciplinari.
Per due di loro, che avevano già problemi di condotta, la sospensione determinerà anche la perdita dell'anno scolastico.
Una di loro si fa sentire, si dice pentita e questo, a parer suo, dovrebbe bastare.
Vuole - e anche qui si utilizza una formula consolidata - una "seconda occasione". 
Pazienza lei, che è ancora ragazza e modella la vita sullo schema dei videogiochi, che ti danno sempre vite di riserva, ma l'istanza è rilanciata anche dai suoi genitori, che come educatori non hanno fatto una gran bella figura e quindi farebbero miglior figura a starsene zitti. Invece no, parlano, anzi, si sono trovati un avvocato che, per quattro soldi, rilancia la parola d'ordine, seconda occasione.
A parte il fatto che, a quanto pare, vista la condotta precedente, che ha determinato un provvedimento differenziato, rispetto ad altri compari di marachella, l'occasione richiesta è probabilmente la terza o la quarta, ci sarebbe da discutere se la seconda occasione non sia stata, in effetti, concessa.
Ai miei tempi, sarebbe stata espulsa da tutte le scuole e la sua carriera scolastica si sarebbe interrotta lì. A lei, invece, toccherà solo di ripetere l'anno, una seconda occasione, per l'appunto. E d'alta parte, bisogna ammettere che forse ha bisogno di tempo per maturare.
Ai suoi genitori, genitori di ragazza, vorrei invece rammentare cronache recenti, forse volutamente enfatizzate, che hanno portato alla ribalta il problema del cosiddetto femminicidio. 
In questo caso ci troviamo spesso di fronte a personalità con una autostima ipertrofica che non sanno sopportare la frustrazione dell'abbandono. Evidentemente la scuola a loro non è servita per adeguarsi agli standard di sopportazione delle sconfitte che la vita impone. Forse a loro è stata data troppe volte quella seconda occasione che non concedono alle loro vittime.
Infine c'è da riflettere anche per gli insegnanti. Avrà delle grane l'insegnante presente che, a quel che si dice, ha fatto finta di non vedere.
Forse non sarà così in questo caso, ma è vero che molto spesso noi insegnanti, per senso d'impotenza e di solitudine, facciamo davvero finta di non vedere. Il più delle volte ci va bene, e evitiamo dei fastidi, qualche volta ci va male e la paghiamo, sempre tradiamo la nostra funzione di educatori.
Ma questa sarebbe una questione da chiarire, la scuola ha ancora una funzione educativa, serve a sfornare cittadini? O ha solo il compito di differenziare e istruire le braccia e le teste che servono a Confindustria?

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