sabato 17 ottobre 2015

Leggere e riflettere sulla lingua

IL PIDOCCHIO E LA PULCE

Il pidocchio e la pulce, appena sposati, decisero di preparare il minestrone.
La pulce cominciò a girarlo col mestolo. Gira e rigira, si stancò.
Chiese al pidocchio di aiutarla.
Ma il pidocchio era piccolo, il mestolo era lungo, la pentola era grande.
Il pidocchio cadde nel minestrone e morì.
Rimasta così tragicamente vedova, la pulce scoppiò a piangere.
La sedia, vedendola piangere, le domandò il perché.
E la pulce disse: «Se sapessi, il pidocchio è morto e io piango!»
Allora la sedia disse: «E io salto!» E si mise a saltare.
Il tavolo, vedendo saltare la sedia, gliene domandò il perché.
E la sedia disse: «Se sapessi, il pidocchio è morto, la pulce piange e io salto!»
Allora il tavolo disse: «E io ballo!» E si mise a ballare.
La porta, vedendo ballare il tavolo, gliene domandò il perché.
E il tavolo disse: «Se sapessi, il pidocchio è morto, la pulce piange, la sedia salta e io ballo!»
Allora la porta disse: «E io sbatto!» E si mise a sbattere.
Davanti a casa c'era un carro senza cavallo che vedendo sbattere la porta gliene chiese il perché.
E la porta disse: «Se sapessi, il pidocchio è morto, la pulce piange, la sedia salta, il tavolo balla e io sbatto!»
Allora il carro disse: «E io corro anche senza il cavallo!» E si mise a correre.
Un uccellino che volava lì vicino, vedendo il carro che correva senza cavallo, gliene domandò il perché.
E il carro disse: «Se sapessi, il pidocchio è morto, la pulce piange, la sedia salta, il tavolo balla, la porta sbatte e io corro senza il cavallo!»
Allora l'uccellino disse: «E io volo senza il piume!» E si mise a volare senza piume.
L'uccellino che volava senza piume andò a bere a una fontana.
La fontana domandò all'uccellino perché volasse senza piume.
E l' uccellino che volava senza piume disse:
«Se sapessi, il pidocchio è morto, la pulce piange, la sedia salta, il tavolo balla, la porta sbatte, il carro corre senza cavallo e io volo senza piume!»
E la fontana disse: «E io mi asciugo!» E si asciugò.
Una bambina andò con la sua brocca alla fontana per prendere l'acqua.
Vedendola asciutta, gliene domandò il perché.
E la fontana disse: «Se sapessi, il pidocchio è morto, la pulce piange, la sedia salta, il tavolo balla, la porta sbatte, il carro corre senza cavallo, l'uccellino vola senza piume e io mi sono asciugata!»
E la bambina disse: «Allora io rompo la brocca!» E ruppe la brocca.
Quando la bambina tornò a casa la mamma le chiese: «Che fine ha fatto la brocca?»
E la bambina rispose: «Se sapessi, il pidocchio è morto, la pulce piange, la sedia salta, il tavolo balla, la porta sbatte, il carro corre senza cavallo, l'uccellino vola senza piume, la fontana si è asciugata e io ho rotto la brocca!»
E la mamma disse: «E io ti sculaccio ben bene!» E la sculacciò di santa ragione.

Dopo la lettura, ripetuta più volte, si sono individuati tutti i nomi.
Successivamente sono stati disegnati

A questo punto diventava facile completare la scheda.



domenica 28 giugno 2015

BUONE VACANZE


Bilancio di fine anno nelle classe prime della LEVI. Tutti hanno lavorato sodo, grandi e piccoli.
Ma si sa, dopo la breve tregua degli anni 70, nella scuola è stato reintrodotto il letto di Procuste. Programmi con una prescrittività idiota e incoerente che vorrebbero tutti uguali quelli che sappiamo benissimo essere tutti diversi.
Dal punto di vista del legislatore pro tempore (perché nella scuola, come a Wall Street, ogni giorno cambia tutto) non tutti avrebbero raggiunto gli obiettivi; dal punto di vista nostro bisogna aggiungere quelli che li hanno raggiunti in maniera fragile, suscettibile di regressione nel corso delle vacanze.
Tra prima A e prima B, individuiamo un'area di disagio che coinvolge una decina di alunni.
Sono tanti, quasi il 25%, percentuale che d'altronde corrisponde alla media delle segnalazioni per DSA nelle scuole italiane.
Ma noi non siamo per niente convinti che si tratti di DSA, secondo noi il disagio è perfettamente spiegabile come intersezione tra dinamiche delle classi non sempre ottimali per la trasmissione dei saperi e condizioni individuali che attenuano l'efficacia della trasmissione stessa.
Nell'insieme dei limiti individuali, la parola chiave è tempo, ha avuto bisogno di tempo chi doveva imparare la nostra lingua, ha bisogno di più tempo chi ha un facile calo dell'attenzione, deve recuperare tempo chi ha fatto molto assenze, ma ha bisogno di (molto) tempo anche chi non è ancora adeguatamente maturato per motivarsi l'attività scolastica.
Siccome le scuole chiudono il 12 giugno, gli insegnanti delle due prime decidono di investire le due successive settimane in una scuola estiva intesa come restituzione di tempo per tutti quei bambini che, per una ragione o per l'altra, ne hanno perso un po'.
Lo riserviamo dunque a chi non ha raggiunto, o ha raggiunto parzialmente gli obiettivi per:

  • difficoltà di lingua
  • difficoltà d'attenzione
  • molte assenze
vengono inclusi anche gli alunni che nel corso dell'anno hanno in misura apprezzabile superato i limiti comportamentali che hanno penalizzato la loro attività scolastica all'inizio dell'anno. 
Gli insegnanti, sulla base di questi criteri individuano 11 alunni che dovrebbero frequentare la scuola estiva. La proposta, singolarmente comunicata ai genitori, viene accolta senza riserve. Purtroppo uno degli alunni, che deve raggiungere i genitori all'altro capo del mondo, non potrà partecipare.
Il corso si è tenuto dal 15 al 26 giugno, dal lunedì al venerdì, con orario 9.00-12.00 e ha riguardato 10 alunni.
Essendo in 5 insegnanti, i bambini lavoravano a turno con un maestro, ciò ha evidentemente soppresso i disturbi derivati dalle dinamiche di gruppo, garantendo l'intensività del corso.
Durante la scuola estiva non si sono registrate assenze e tutti gli alunni si sono presentati quotidianamente con la massima puntualità.
Il bilancio della scuola estiva è largamente positivo, ogni bambino ha fatto qualche passo avanti.
Il corso ha confermato agli insegnanti la necessità di un maggior intervento sul territorio che superi, quando occorre, il divario tra scuola e extrascuola, nell'ambito del diritto ad un educazione permanente e nella prospettiva di una più ampia gestione sociale delle risorse.  


martedì 2 giugno 2015

Rapporto sulla lettura

Questo, è più importante del corsivo.
La valutazione è stata fatta con la reiterata lettura, dal 25 al 28 maggio, (con lunghezza crescente del brano letto) della stessa pagina del libro di lettura, preparata a scuola e a casa per tre giorni consecutivi (stampato minuscolo). Infine, è stata fatta una prova di lettura a prima vista (stampato maiuscolo). Durante la lettura in classe è stato valutato anche l'eventuale deficit di attenzione.
La valutazione è stata stretta, perché la lettura è una capacità strategica. Si è dunque tenuto conto di errori, inceppamenti, balbettii o sillabazioni, ripetizioni, omissioni, salti di riga. Per i buoni lettori, dopo la prima performance, intesa (da loro) come gara di velocità, si è richiesto il rispetto delle pause.
Questi i risultati:
C'è un'area di disagio piuttosto vasta che solo in parte si spiega col fatto che non sempre si è riusciti a lavorare in un clima didattico perfetto. A questo problema, che è di tutti, si associano le caratteristiche individuali, vediamole:

  • alunno con maturazione inadeguata per il quale si era posto l'obiettivo minimo della scolarizzazione [raggiunto]
  • alunno straniero per il quale si era posto l'obiettivo minimo dell'apprendimento della lingua [raggiunto]
  • alunno di famiglia straniera con frequenza irregolare per cause di salute
  • alunno con probabili problemi di logica, attenzione e concentrazione
  • alunno con deficit d'attenzione e stile di lavoro discontinuo e sciatto
  • alunno con stile di lavoro discontinuo e sciatto + frequenza irregolare
  • alunno con personalità volitiva, con pregi e difetti del caso
Come si vede, la casistica, che riguarda 4 maschi e 3 femmine non sembrerebbe riconducibile a un fattore unificante.

Ma a ben vedere, per almeno 3 dei 4 insiemi, un fattore comune c'è.
Come si vede, per 5 dei sette alunni c'è un problema di tempo, perduto per malattia, proficuamente utilizzato su un altro obiettivo, sprecato.
Il corso di recupero che faremo a scuola dal 15 al 26 giugno (orario: 9 - 12) serve appunto per rimborsare del tempo perduto chi è stato malato e chi aveva altri compiti da assolvere. Nel piccolo gruppo, che risponde meglio ai bisogni individuali, insegneremo anche agli altri a non sprecarlo.

giovedì 28 maggio 2015

bilancio di fine anno, il corsivo

Cominciamo con la cosa che ci interessa di meno, il corsivo.
In una prova che considero finale abbiamo avuto questi risultati:

La percentuale delle prove positive è buona, ma bisogna tener conto del fatto che altri tre alunni non hanno nemmeno fatto la prova.
Per le 5 prove negative c'è da segnalare che l'imprecisione, la sciatteria e il mancato compimento sono da addebitarsi più a mancanza di volontà che di capacità.
Comunque tre di quei cinque frequenteranno, dal 15 al 26 giugno un corso di recupero che abbiamo organizzato a scuola.
Le prove sono state valutate con un certo rigore. Pubblico solo quelle sufficienti.
Chi volesse ricevere la copia corretta della prova (sufficiente o no) del proprio figlio, può contattarmi per posta, diario o facebook.
Come si vede, per la prova è stata utilizzata la riga tedesca che è più spartana della nostra, l'anno prossimo adotteremo un quaderno con questa rigatura per la calligrafia.



giovedì 16 aprile 2015

PARLIAMO DI BULLI



































LAVORIAMO SUL LINGUAGGIO
Il bullo fa male, picchia, aggredisce. Da queste situazioni concrete arriviamo facilmente all'idea della violenza.
Il bullo scrive sui muri, rompe i vetri, danneggia le cose. Qui, per loro, è davvero difficile arrivare al termine vandalismo e dunque la parola la suggerisco io, dando anche qualche ragguaglio storico, che per ora andrà perso.
Ma la parola mi serviva, perché, per il bullo dice le parolacce, mi era utile dire che anche la terza parola che cerchiamo ha la stessa lettera iniziale. il suggerimento non cade nel vuoto e qualcuno arriva alla volgarità.
UTILIZZO DELLE FAVOLE
Il bullo fa i dispetti, fa paura, minaccia. Come dirlo con una parola? E' il momento di raccontare la favola del lupo e l'agnello. 

















Alla fine sono in molti a concludere che il lupo è prepotente e che questa è anche una caratteristica del bullo.
Si avvicina l'ora dell'intervallo e la bidella porta la merenda di oggi, gelati.
Prodromi di tumulto. Intervengo dicendo che anzi, la calma va mantenuta più del solito, giacché un eventuale ritardo dell'inizio dell'intervallo provocherebbe l'irrimediabile scioglimento dei gelati.
A questo punto, immancabilmente, c'è sempre qualcuno che dichiara: tanto a me il gelato non mi piace (la ripetizione del pronome personale, in questi casi, non è un errore, ma un sintomo). Avviso dunque la classe che proprio da quella frase ripartiremo, dopo l'intervallo.

















Dopo l'intervallo racconto una versione abbreviata e corretta della fiaba Il gigante egoista di Oscar Wilde.
Al termine definiamo l'egoista come una persona che pensa solo a sé e non anche agli altri.
Stabiliamo che è un aggettivo che ben si adatta al bullo, ma anche a quello a cui, tanto, il gelato non piace.