venerdì 19 settembre 2014

che sfortuna, abbiamo fatto 13

Ore 8.35:
«Maestro, mi scappa la pipì»
«Anche a me»
«E a me»
...
Li conto, sono tredici. Qualcuno è di sicuro un imitatore, ma certe bambine che si contorcono, di certo non mentono.
Nel dubbio, li devo mandare tutti e così se ne va la prima mezz'ora di scuola.
Gestire il vuoto è, a scuola, la cosa più difficile, e un vuoto alla partenza rischia di mandare a pallino tutti i ritmi della giornata.

Di iniziare un lavoro, mentre mezza classe entra e esce, neppure se ne parla, sarebbe un disastro.
Come previsto, nelle more dell'attesa, le personalità più centripete hanno rotto i freni e in un insieme dinamico, qual'è la classe, il disordine rimbalza.
Lascio dunque perdere un'idea più ambiziosa e mi rifugio nuovamente nella favola, Il topo di campagna e il topo di città, che drammatizzo e stiracchio fino a portarmi a ridosso dell'intervallo.

A questo punto, i ritmi sono ripristinati, ma poco produttivi sul piano cognitivo: merenda, un po' di gioco e lavaggio mani in vista del pranzo.

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